UrbanaMente, la nuova mostra di Adam Fonti presso Spinelli

18 Dicembre 2017

Il caldo fuoco della fusione dà vita a sculture carnali, celebrali, fisiche e vitali.

UrbanaMente, la nuova mostra di Adam Fonti presso lo Spazio -1 nella sede Spinelli fino al 31 marzo 2018.

Chi è Adam Fonti

Adam Fonti nasce in Ticino nel 1969 e studia a Lugano frequentando la CSIA, continua poi nel mondo dell’arte passando un anno intero su marmo e granito.
Attento al suo territorio, alla gente che quotidianamente incontra, desideroso di confrontarsi e assimilare la natura di altri luoghi, spazi, persone e culture. Disegna, pittura, fotografa, scrive, restaura. Modificare la materia, e farla sua lo affascina: prova quel senso vitale di onnipotenza nel creare e darle vita da diventare un’ossessione. «Pari a Dio che con fango creò l’uomo, la donna, gli animali, la natura: un mondo». Il mondo di Adam, fatto di euforia e disperazione, una specie di maledizione.

Trova la sua vera materia incontrando la fonderia, con l’antichissima tecnica della fusione a cera persa, da cui nascono i suoi bronzi. Lo affascina a tal punto da innamorarsene visceralmente. Il caldo fuoco della fusione, come il sole, dà anima alle sue creazioni. Lavora per un anno in una fonderia ticinese, dove assorbe tecniche e segreti, una vera palestra per il suo percorso d’arte. Con le sue cere, porta la tecnica all’estremo della possibilità di realizzazione.
Di qui per lui la vita artistica espressiva diventa ancor più ossessione: carnale, celebrale, fisica e vitale. Come l’anima di una fusione.

È sempre rimasto affascinato dalla mente e dalla psiche: il cervello e la sua anima. Quell’organo simile al cuore ma differente per funzione; simile per emozioni, sensazioni. Entrambi padroni assoluti del corpo, anch’esso seducente e affascinante.
Adora osservare la gente a cui ruba l’anima, prendendo in prestito cuore e mente. Lo fa anche con se stesso, facendosi attraversare dalle emozioni per farne arte, la sua arte. Ha sempre concluso una collezione con una “testa”, una personale scatola cranica.
Legge dentro se stesso e nella gente, nelle radici delle menti: e lo riporta sulla terra come frutto da cogliere. Come porgere sul grembo della mamma il figlio appena nato.
Il suo territorio lo racchiude espressivamente tra religione e sesso, quegli opposti che delineano lo spazio che voglio conquistare, dando onnipotenza alle sinapsi celebrali.
Continua la sua collezione “MentalMente” e “ManiacalMente”, scatole craniche e toraciche, dove viene protetto cuore e cervello.

La mostra “UrbanaMente”

L’installazione “UrbanaMente” deriva da una costola del progetto tutt’ora in sviluppo e in continuo ampliamento della collezione “MentalMente”. È un evoluzione di “LuminosaMente”. Ma queste son volute con più importanti dimensioni. Voglio mettere di fronte allo spettatore qualcosa di monumentale e più imponente. Creare quello stupore che si prova dinanzi ad un grande affresco, una grande parete architettonica, o una grande scenografia naturale. Seguendo stupiti la sua maestosa verticalità e farsi assorbire dal grande impatto della sua grandezza. Dove perdersi e scorgere anche il più piccolo dettaglio, che le contenute dimensioni spesso non possono svelare. E le forme trovano altre forme. Creare questo confronto monumentale è molto importante per me. Si capisce come le dimensioni sul fattore emozionale, giochi un importantissimo ruolo di impatto e stupore su di noi. Creare quell’attenzione sulla psiche nel fattore ricettivo dell’essere, mi esalta e affascina molto.

Con questa installazione voglio che chi se ne trovi dinanzi, abbia più emozioni. E il suo corpo prenda quella posizione, che fa inalzare il capo e anch’essi gli occhi; là dove la normale visione solitamente non va. E prenda quella posizione fisica che solitamente e meccanicamente, spesso fa anche aprire la bocca di stupore e meraviglia. E aumentare attenzione e percezione allo spettatore.